Ricevo da Assotuscania e pubblico nel mio blog:
Sentiamo il dovere di intervenire nella discussione innescata dal comunicato della società DCS SRL del 16 agosto. Ci scusiamo per la lunghezza di questo nostro scritto, adatto alla lettura di coloro che non amano fermarsi alle prime righe.
Interveniamo su una questione complessa, che vede nel grande impianto di Pian di Vico (al momento tra i primi 10 più vasti al mondo con i suoi 150 MWp) la punta di un iceberg che coinvolge l’intera Tuscia e rischia di stravolgerne il volto, il tessuto culturale, sociale, la vocazione agricola e turistica.
E’ facile verificare che, in aggiunta a Pian di Vico con i suoi quasi 250 ettari e in aggiunta a quanto già pre-esistente, l’ammontare delle richieste di autorizzazione per impianti fotovoltaici a terra attualmente presentate in Regione per la provincia di Viterbo ammontano a oltre 1359 MWp, cioè quasi 2.300 ettari. Solo pochi mesi fa era soltanto 1.200 ettari.
Spicca tra questi numeri , che parlano già di per sé, il triangolo Tuscania-Montalto-Tarquinia. (cfr. in allegato l’elenco dei progetti in valutazione tratto dal sito della Regione Lazio). E non stiamo parlando del deserto del Sahara, ma di consumo di suolo della verde Tuscia, della terra degli Etruschi, dei borghi medievali, dei paesaggi attraversati dagli antichi cammini.
Ci sembrano questi numeri che giustificano la forte preoccupazione e che meritano una attenzione diversa da parte delle amministrazioni locali e dei cittadini, posto che abbiano davvero a cuore il futuro di una intera comunità e la cura di un patrimonio inestimabile che abbiamo in prestito per le generazioni future. Senza contare poi che su questi temi di grande impatto ambientale esistono ben precise norme nazionali che richiedono il coinvolgimento attivo delle popolazione, a tutela del diritto di informazione, di accesso e di consultazione.
Ringraziamo la società DCS perché ci dà la possibilità di ribadire alcuni fatti inconfutabili e documentati e anche per l’invito ad un confronto che per la verità a noi di Assotuscania non risulta mai pervenuto prima e che onestamente arriva fuori tempo massimo. Ma parlarsi e confrontarsi per quel che ci riguarda è sempre utile. Lo abbiamo dimostrato con le conferenze, gli innumerevoli incontri, documenti, le proposte e i contributi istituzionali che da 10 anni instancabilmente produciamo, pubblicando tutto sempre sul nostro sito www.assotuscania.it , un vero e proprio archivio storico.
Prima di entrare nel merito dei contenuti del comunicato DCS, ci sta a cuore precisare alcuni punti:
· Per quanto attiene la nostra posizione sulle energie rinnovabili, Assotuscania è favorevole, prendendo a riferimento il nuovo PTPR (Piano territoriale paesistico regionale) e il nuovo PER (Piano energetico regionale) e le nuove leggi a favore di tali energie: non intensive, se impattanti su terreni a vocazione agricola.
· Ricordiamo che la Provincia di Viterbo è nel 2018 “maglia nera” per il consumo di suolo, come risulta dai documenti ISPRA. Nel 2019 tale primato verrà confermato e passerà a Tuscania, grazie a Pian di Vico. E questo è un fatto che non può essere preso in non cale: ci siamo battuti da sempre e sempre ci batteremo per il diritto sancito dall’art. 9 della Costituzione “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”
· Superfluo da ultimo aggiungere che Assotuscania – Associazione per lo sviluppo socio-economico e culturale della città di Tuscania – è a favore dell’iniziativa imprenditoriale e delle attività economiche, realizzate nella legalità e con senso di responsabilità sociale.
Fatte queste premesse, ci sconcerta che i rappresentanti della società DCS diano credito a persone non meglio precisate che l’avrebbero contattata in nome di Assotuscania, millantandone la vicinanza o l’appartenenza per “sapere se l’autorizzazione del progetto di Pian di Vico fosse in vendita, dicendosi rappresentati di soggetti interessati all’acquisto.” Ci stupisce molto, dato che contattare Assotuscania e verificare con chi si sta parlando è estremamente semplice tramite il sito internet e l’indirizzo di posta info@assotuscania.it. Per questo reputiamo l’affermazione fatta da DCS, diffamatoria e lesiva della nostra Associazione e oltremodo inaccettabile visto che non è né firmata, né documentata. Ci riserviamo di valutare e procedere a nostra tutela.
Venendo al cuore dei contenuti affrontati dal comunicato di DCS:
· Confermiamo e rivendichiamo il nostro contributo alla delibera 52 del dicembre 2018, che fu votata all’unanimità dall’intero consiglio comunale, per mettere sotto urgente e immediata tutela almeno una parte del territorio comunale, interamente minacciato. Un territorio di grande pregio che può essere, come in Toscana, volano di crescita, per il turismo e per l’agricoltura di qualità. Il Comune di Tuscania è tuttavia l’unico che al momento nella Provincia di Viterbo abbia adottato una tale misura e di questo ne abbiamo dato atto pubblicamente all’Amministrazione comunale. In mancanza di un piano regolatore generale aggiornato, da noi più volte sollecitato nel corso degli anni e ancora mai affrontato, la delibera cerca di limitare i danni derivanti da un assalto indiscriminato all’intero territorio. Sulla restante parte “libera” del territorio comunale è comunque necessaria e urgente una regolazione e una ridefinizione, come abbiamo fatto presente più volte nelle sedi opportune
· L’impatto dell’impianto di Pian di Vico è enorme, perché insiste su una zona che è già impattata da eolico industriale di altri comuni (effetto sommatoria) e perché si stanno avviando richieste per altri megaimpianti sulla stessa area. Si tratta di un’area con una memoria storica preziosa, la cui valenza è ben descritta nella relazione della Soprintendenza MIBAC
· Alberi, arbusti, cespugli che impianterete: sono quelli indispensabili a mitigare un impatto di per sé difficilissimo da mitigare. E’ ciò che la legge richiede, ma quale sarà il vantaggio per i cittadini tuscanesi e per il loro futuro a fronte della cessione di una porzione così grande del loro territorio?
· “I terreni coinvolti sono terreni in gran parte coltivati a grano e cereali, non di certo a produzioni di ortaggi o frutti, venduti dai proprietari di propria iniziativa, vista anche la crescente crisi che investe il settore agricolo”. Siamo convinti che il settore agricolo vada valorizzato e sostenuto, non depredato di aree fertili per utilizzi che creeranno ricadute occupazionali limitate e di ridotta durata nel tempo. Abbiamo calcolato la perdita di occupazione in agricoltura, per gli occupati diretti e indiretti? C’è un modo di fare agricoltura attraverso l’impresa che fa occupazione e genera ricchezza, soprattutto in un territorio come quello di Tuscania il cui PIL deriva primariamente dall’agricoltura, una agricoltura che deve essere promossa, sostenuta e aiutata ad evolvere. Su questo importante punto, sono note le posizioni di Coldiretti espresse a livello provinciale, regionale e nazionale con la quale ci troviamo in sintonia
· Per quanto riguarda infine il tema del cambiamento climatico, una vera emergenza, è un argomento che richiede i giusti approfondimenti e un dialogo con gli esperti, una inversione di rotta nei modelli di sviluppo (come ad esempio l’economia circolare suggerisce) e l’adozione di comportamenti individuali e collettivi ben diversi da quelli che finora abbiamo adottato. Non servono facili scorciatoie dialettiche come nel comunicato DCS. I report dell’IPCC (intergovernmental Panel on Climate Change) cioè l’ente dell’ONU che si occupa a livello scientifico di cambiamento climatico, suggeriscono politiche a tutela della biodiversità e di limitazione del consumo di suolo. Su questi punti Tuscania ha già dato un enorme contributo, non ultimo il sito di compostaggio e la centrale di scambio della Terna.
Ecco in sintesi le riflessioni e i motivi della nostra contrarietà e le ragioni che ci hanno spinto - insieme a GRIG, Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness, Pro Natura - a portare avanti l’azione presso il Presidente della Repubblica per quanto riguarda l’impianto di Pian di Vico, posizione peraltro già da noi annunciata pubblicamente sin da dicembre e nelle comunicazioni e documenti di tutti questi ultimi mesi, regolarmente pubblicati sul sito www.assotuscania.it.
Auspichiamo e confidiamo in una pronuncia del Consiglio dei Ministri e del Presidente della Repubblica a favore dell’agricoltura, del paesaggio, del turismo, della cultura e dell’identità dei nostri luoghi.
Ci auguriamo di aver rappresentato in modo esauriente il nostro punto di vista. Precisiamo da ultimo che non possiamo rispondere di contenuti e azioni promossi da altri soggetti, individui e comitati di cui Assotuscania non fa parte, con i quali non esistono legami e che non discendono in alcun modo dalle nostre iniziative.
Tuscania, 17 agosto 2019
Ufficio Stampa Assotuscania