La fattoria degli animali è una favola sul potere dove iniziano a diffondersi i principi dell’animalismo e, come nella migliore tradizione delle favole, va dritta al punto ed è ben farcita di violenza. Come ogni favola che si rispetti, non ci risparmia la crudeltà, a partire dalla storia del cavallo Gondrano che rappresenta il lavoratore ordinario: umile, onesto ed essenziale in qualsiasi sistema sociale.
Il motto degli animali della fattoria, poi in rivolta contro l’uomo, era: “Tutto ciò che ha quattro gambe o ali è buono, tutto ciò che ha due gambe è cattivo”, sintetizzato dalle pecore in “Quattro gambe buono, due gambe cattivo!”.
Tra tutti gli animali della fattoria non manca anche un gruppo di cani che svolgono il lavoro di poliziotti fedeli e leali.
Proprio il cane da millenni è considerato come il simbolo di fedeltà, lealtà, profonda amicizia e amore incondizionato.
L’8 marzo è il giorno della festa della donna ed è stato proposto per diventare anche il giorno per celebrare l’amore totale e incondizionato e la fedeltà assoluta, a seguito dell’esempio lasciato da HachiKo un cane che aveva aspettato, per 10 anni, il suo padrone deceduto, fino a quando morì per strada, a 11 anni, l’8 marzo del 1935.
Quello che mi è capitato di vedere stamattina riguarda proprio una giovane donna e il suo cane. Da molti anni tutte le mattine porto a passeggio il mio cane facendo sempre lo stesso percorso. Passo a fianco di un giardino dove, circa un anno fa, è stato collocato un cucciolo di cane. Per un paio di mesi ho incontrato, anche se raramente, la giovane proprietaria che lo portava a passeggio al guinzaglio poi è stato chiuso, per tutto il tempo, all’interno del giardino.
Nonostante il regolamento comunale e la legge regionale, sul benessere degli animali, prevedano che i cani debbano essere portati a passeggiare e socializzare con i loro simili almeno un paio di volte al giorno non mi sono preoccupato troppo visto che, comunque, il giardino è molto grande e lui poteva correre liberamente.
Però mi è capitato più di una volta di vedere che, quando entrava in giardino o usciva di casa qualche famigliare, lui gli si avvicinava per fare feste e ricevere in cambio qualche complimento o una carezza. Regolarmente veniva picchiato con un grosso bastone che viene sempre tenuto a portata di mano. Nonostante ciò lui cercava sempre una carezza.
Un paio di mesi fa ho visto che gli era stato applicato un collare elettrico, vietato dalla legge, che veniva utilizzato ogni volta che l’animale si avvicinava a qualcuno di casa. Me lo disse l’anziana signora che ho avuto modo di vedere diverse volte nella stessa pratica. “Lo usiamo quando ci salta addosso e noi non vogliamo. Gli diamo una scarica e lui non si avvicina.!”.
Da qualche tempo è stato legato a catena per tutto il giorno, nonostante che sia previsto un massimo di 8 ore giornaliere e solo per i cani da pastore maremmano a guardia delle greggi. Questa mattina la catena si è era attorcigliata completamente attorno ad un palo di ferro conficcato nel terreno a pochi centimetri dalla sua cuccia. L’animale disponeva solo di poco meno di un metro di catena e abbaiava, probabilmente per attirare l’attenzione di qualcuno che lo liberasse da quella scomoda condizione.
Uscì una giovane che, come in preda ad un attacco di rabbia e odio, armata di bastone iniziò a picchiarlo con forza sulla schiena. Il cane si accucciò immobile sotto i colpi di colei che probabilmente lo aveva desiderato sin da quando era un piccolo e tenero cucciolo e che lui aveva amato immediatamente. Le feci notare che non c’era nessun motivo per picchiare il suo animale e, soprattutto, in un modo così barbaro.
Mi rispose che non era affar mio e di tornare a passeggiare perché lei sapeva benissimo come trattare il suo cane e che era un’animalista meglio e più di me. Iniziò un acceso scontro verbale ma non riuscii a convincerla del suo errore visto che il cane non avrebbe capito il motivo di tutte quelle botte. Chiamò qualcuno al cellulare e sentii distintamente che diceva “Io questo cane lo faccio sparire!”. Uscì anche una signora anziana, probabilmente la madre, che come per giustificare il loro comportamento mi disse “Ma non è mica un bambino!”.
Nel loro modo di pensare un bambino non può essere preso a bastonate mentre un cane sì, tanto è solo un animale. Animale sì, ma senziente! Capace di provare sentimenti e dolore come ogni essere umano ma incapace di capire perché viene preso continuamente a bastonate. Lui vuole solo manifestare gratitudine, affetto e giocare un poco visto che è sempre solo ma viene sempre ricambiato con maledizioni e bastonate.
La violenza verso gi animali e quella verso gli esseri umani hanno in comune vittime con caratteristiche simili: si tratta sempre di creature viventi con la capacità di sperimentare dolore e angoscia e di mostrare segni fisici delle sofferenze subite, fino a morire per le conseguenze. Chi commette le violenze prova lo stesso piacere nel controllare la propria vittima e nel procurarle dolore.
Questa è una storia per la quale vale, tremendamente, il detto degli animali del romanzo di Orwell: “Quattro gambe è buono, due gambe è cattivo” ma fortunatamente per molti cani non è sempre così.
Da qualche tempo Hachiko non è più solo. Tutti i giorni un gatto si rannicchia sotto le zampe anteriori della statua a lui dedicata, con grande meraviglia di turisti e visitatori.