Il periodo natalizio non è forse meraviglioso?
Ogni cuore sembra addolcirsi e la bontà assume una posizione più importante nella nostra vita. È un periodo in cui ci prendiamo più tempo per esprimere l’amore per la famiglia, i genitori, gli amici e il prossimo. Ci sentiamo pervasi da un sentimento di gioia diffuso come quello che ispirò Charles Dickens nel suo commovente Canto di Natale.
Lo Spirito del Natale esisterebbe davvero e, secondo alcuni studiosi, sarebbe presente in ogni essere umano e si troverebbe nel cervello. E’ un sentimento che, in teoria, ci dovrebbe rendere tutti più buoni. Anche i cattivi e i cinici, quelli che negano di esserne vittime, non sfuggono al famigerato fantasma di Dickens.
Qualche giorno fa ho ricevuto una e-mail del Comune che mi informava della convocazione del Consiglio Comunale prevista per lo scorso 22 dicembre, così allo scopo di potervi partecipare mi sono recato presso il Municipio con l’unico mezzo di cui dispongo e cioè la mia carrozzina elettrica, in quanto disabile. Ho provato ad utilizzare l’ascensore ma fuori servizio ormai da molti anni.
Sono stato avvicinato da tre consiglieri, da alcuni assessori che hanno cercato di risolvere il problema e dal sindaco che mi ha promesso che per il prossimo consiglio l’ascensore sarebbe stato reso operativo. Ad un certo punto mi sono sentito dire da uno dei presenti: “Sei venuto a rompere i co….ni! Torna a casa!” per poi, immediatamente dopo aver percepito il mio disappunto, aggiungere “…stavo solo scherzando!”.
Mi dispiace per costui perché se è vero che a me manca la coordinazione agli arti superiori e che sono affetto da una grave forma di paraplegia a quelli inferiori è altrettanto vero che a lui mancano due organi vitali molto importanti come il cervello e il cuore.
Personalmente penso che dietro questa cattiveria si nascondano una profonda frustrazione, una insoddisfazione personale e una malcelata maleducazione. Una persona che abusa della sua posizione e condizione fisica per proiettare su persone indifese per la malattia, le sue frustrazioni e stress è una persona che, invece di lottare contro i lati negativi della propria vita e sforzarsi di cambiarli, preferisce cercare di scoraggiare gli altri e portarli al suo stesso livello.
Ma io non mi sono abbassato al suo livello anche se non nego che mi sarebbe piaciuto essermi potuto alzare dalla carrozzina, dargli del maleducato e prenderlo a calci nel fondoschiena. Prendere a male parole o trattare male una persona, e per di più un disabile, non è nemmeno qualificabile come comportamento di un essere umano. L’offesa a una persona con disabilità fisica o mentale non solo offende quest’ultima, ma anche tutte le altre persone che si trovano nelle stesse condizioni.
Questa è una piccola storia di ordinaria inciviltà e viltà umana, un fatto di così basso spessore che però mi auguro possa far nascere qualcosa di positivo come aumentare il rispetto nei confronti di tutti e un maggior riguardo delle persone disabili.
Per avvicinare tra loro tutti gli esseri umani sarebbero sufficienti quasi sempre poche semplici cose: un poco di empatia, tanto rispetto, la capacità di chiedere scusa e un sorriso ricambiato.
Basterebbe poco, davvero.
Tanti sinceri Auguri a tutti, anche a quel “signore”.
Massimo Caralla