Ben 22 milioni di euro sarebbero potuti arrivare nella Tuscia per finanziare a fondo perduto la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per la valorizzazione del patrimonio culturale.
Infatti un anno fa era uscito un bando della Regione Lazio che prevedeva contributi a fondo perduto sia per la progettazione che per la realizzazione di interventi con tecnologie innovative per la valorizzazione, conservazione, recupero, fruizione e sostenibilità del patrimonio culturale del Lazio.
Sono arrivati dalla Tuscia in Regione ben 27 progetti che, se approvati e finanziati tutti, avrebbero appunto canalizzato verso la nostra provincia ben 2 milioni di euro per la progettazione e 20 per la realizzazione dei progetti messi in campo.
Invece purtroppo sono stati approvati e finanziati solo i progetti presentati da: Comune di Tarquinia, Diocesi di Civita Castellana, Diocesi di Viterbo, Biblioteca Consorziale di Viterbo, Archeoparco di Bomarzo, Comune di Bagnoregio.
Altri quattro progetti sono stati ammessi ma verranno finanziati solo se avanzeranno risorse, sono quelli presentati da: Comune di Grotte di Castro, Comune di San Lorenzo Nuovo, Fondazione Carivit, Comune di Viterbo.
Inoltre i restanti progetti non ammessi perché privi di punteggio minimo o perché con errori formali, che erano stati presentati da Unitus, Fondazione Caffeina, Museo Etrusco Albornoz, Proloco di Tuscania e Comuni di Vetralla, Vallerano, Montalto di Castro, Carbognano, Civita Castellana, Latera, Blera, Soriano nel Cimino, Bassano in Teverina, Tuscania, Capodimonte, Civitella D’Agliano.
Quindi invece dei 22 milioni di cui parlavamo in apertura arriveranno “solo”, se va bene, 800mila euro per la progettazione e 8 milioni per la realizzazione di progetti sicuramente innovativi e che produrranno benefici effetti per la cultura Viterbese e a ricaduta per l’immagine del nostro territorio e per il turismo.
Si dirà: meglio che niente. Noi diciamo: ma perché tutti questi organismi, per lo più pubblici, non si sono coordinati? Si sarebbero potute realizzare benefiche sinergie, risparmiare energie e soprattutto offrire una immagine tecnologicamente avanzata ma unitaria del nostro territorio perché, senza voler offendere nessuno, quando mai il comune di Civitella D’Agliano potrà convogliare verso le proprie bellezze non dico i turisti cinesi, giapponesi, americani, ma almeno quelli romani?
Purtroppo l’individualismo viterbese torna sempre a galla e pur cambiando nomi e colori degli amministratori pubblici, i vizi restano sempre gli stessi, tant’è che bisogna risalire al 1971 per trovare funzionante una Commissione per la Cultura costituita da tutte le Associazioni private e da tutte le Entità pubbliche interessate all’offerta culturale, istituita dall’allora assessore comunale di Viterbo Ovidio Cusi, su spinta della campagna di sensibilizzazione messa in atto dal periodico locale ”La Vedetta”.
Su quel giornale, un agguerrito gruppo di giovani studenti universitari, portò avanti, nei primi anni ’70, molte proposte, alcune poi attuate, per: il Parco dei Monti Cimini, l’istituzione di una Università statale a Viterbo in sostituzione di quella “libera”, la riqualificazione del quartiere medievale di san Pellegrino, la creazione di un Museo Nazionale nella Rocca Albornoz, la legge speciale per la ricostruzione di Tuscania post terremoto e così via.
Dopo tanti anni, a quanto pare c’è ancora bisogno anzi ancor più bisogno che ci si veda, ci si parli, ci si coordini, si produca qualche progetto condiviso capace di determinare la crescita e lo sviluppo per tutta la Tuscia.
Perché Tusciaweb non prende l’iniziativa di radunare i responsabili dei 9 progetti approvati? Già così potrebbe nascere una buona e proficua alleanza.
Gli stessi potrebbero poi incontrarsi con i responsabili dei progetti non finanziati: anche in questo caso potrebbe essere recuperata qualche idea utile e si potrebbe avviare una mentalità nuova di cooperazione territoriale.
Umberto Laurenti