Nel 1796, durante l’invasione francese, una commissione presieduta dal conte Pietro Verri filosofo, economista, storico, scrittore illuminista e barone di Rho, indisse un concorso organizzato dal Comune di Milano, sull’ordinamento della Repubblica italiana: “Quali dei governi liberi meglio convenga alla felicità dell’Italia”.
Il concorso ebbe molto successo e fu vinto da Melchiorre Gioia di Piacenza su altri 56. Egli sostenne che fosse necessario uno stato unitario in quanto più sicuro del confederato e perché poteva mettere in atto prontamente la reazione agli invasori, mentre la forma confederata era più lenta nel meccanismo della difesa : “La lentezza e la gelosia delle Repubbliche confederate invitano l’Italia ad unirsi in una sola Repubblica indivisibile.”
Il piemontese Giovanni Antonio Ranza scrisse: ”Siccome l’Italia è divisa da molti secoli in domini, costumi, dialetti ed interessi diversi, non è possibile darle una forma di Governo unica per tutti”. Proponeva quindi di dividere l’Italia in 11 Repubbliche con un Parlamento confederale ma con calma perché “il voler unire questi Stati è lo stesso che cercare il moto perpetuo o la pietra filosofale.”
Riteneva che era il caso di adottare l’unità del governo federativo degli Stati Uniti d’America e dei cantoni Svizzeri cioè il federalismo, 11 stati liberi federati d’Italia:
- la Repubblica ligure con Genova, i suoi stati e l’isola Capraia, Massa, Carrara ed il Bobbiese;
- la Repubblica piemontese;
- la Repubblica lombarda con i baliaggi svizzeri, i Grigioni, Modena, Reggio, Parma, Piacenza, Bergamo, Brescia, Crema, Verona;
- la Repubblica d’Adria con Venezia, Istria e Friuli;
- la Repubblica dell’Arno con Toscana, Lucca, Piombino e l’Elba;
- la Repubblica del Tevere con Roma e S. Marino; la Repubblica del Vesuvio con Napoli;
- la Repubblica di Sicilia;
- la Repubblica di Sardegna;
- la Repubblica di Corsica
- e la Repubblica di Malta.
La città di Pisa era prevista come sede del Congresso generale delle Repubbliche federali italiane. Aggiunse che la federazione elvetica “sussiste da cinque secoli“ e può tranquillizzare gli italiani.
Eustachio Delfini anch’egli piemontese osservò :
“Trovo necessario rimarcare che la Svizzera è divisa in tredici cantoni: sette cattolici, quattro protestanti e due misti, che formano insieme ciò che si chiama Repubblica.”
Giuseppe Fantuzzi scrisse che “Una Repubblica affinché saviamente governata verrà distinta in 10 parziali repubbliche con 10 eguali Senati:
- Alpina,
- Liguriana,
- Etrusca,
- Lombarda,
- Adriatica,
- Bellica,
- Ausonica,
- Vesuviana,
- Sillacarida,
- Isorica
con le capitali :
- Torino,
- Genova,
- Firenze,
- Milano,
- Venezia,
- Bologna,
- Roma ,
- Napoli,
- Palermo,
- Cagliari”.
Il cremonese Vincenzo Lancetti espose le sue idee sul carattere delle persone: ”Gli italiani hanno acuto intelletto, genio superiore, ingegni disposti a tutte le scienze, riescono a maraviglia nel maneggio di qualità di negozi, massimamente politici, sono industriosi, attenti, circospetti, accorti, hanno portamento grave, amano il fasto, la maniera di vivere è gentile e splendida, sono amorevoli, l’ospitalità è grandissima, stimano gli uomini, sono gelosi, alquanto vendicativi, facili alla rivalità, amanti di fare a lor modo.”