Torre di Lavello: un parco bellissimo, uno dei più belli della provincia con un panorama da togliere il fiato che permette ai visitatori di apprezzare l’imponenza della basilica di San Pietro. E’ ideale per una piacevole passeggiata in compagnia o da soli godendo di alcune delle bellezze di Tuscania.
Chi ama la fotografia non può fare a meno di scattare alcune istantanee a quel piccolo albero collocato al centro dell’aiuola che ha sullo sfondo la maestosa chiesa romanico-lombarda di San Pietro posta sulla sommità dell’omonimo colle, affiancata dalle due alte torri di avvistamento.
In generale gli alberi non sono fatti così ma lui è particolare, la sua forma è curiosa e molto strana. E’ quasi la caratteristica e l’attrattiva principale del parco. E’ tutto deformato, piegato quasi a 90° dalla natura, dagli eventi atmosferici e probabilmente dell’incuria di chi avrebbe dovuto aiutarlo a crescere diritto.
Sembra un povero vecchio emarginato, isolato da tutto e tutti, piegato dal peso degli anni, dalla malattia e che sembra soffrire di una delle più grandi, se non la più grande, difficoltà delle persone anziane: la solitudine.
Raramente mi capita di passeggiare per il centro storico ma quando lo faccio non esito ad entrare al parco e ogni volta noto, con stupore e senza nascondere una punta di irritazione e sdegno, bambini o adolescenti, che fanno a gara per salire sul suo esile tronco rischiando ogni volta di spezzarlo.
A quel povero “vecchio” servirebbe qualcuno che potesse tutelarlo in qualche modo o fornirlo di un bastone per sostenerlo quando incurvato maggiormente dal peso della maleducazione.
Quando mi rivolgo a qualche genitore presente e gli faccio notare il comportamento del figlio, risponde che i bambini “sono fatti così”.
Questa risposta non è mai e non può essere un alibi con cui giustificare bambini maleducati e poco rispettosi delle regole.
I bambini però non sono fatti così, non nascono maleducati. Sono come piante: crescono a seconda delle cure che si danno loro. Possiamo innaffiarle, esporle al sole, nutrirle o lasciarle seccare senza acqua: in entrambi i casi troveranno, probabilmente, un loro modo di sviluppo e cresceranno in modo diverso.
Nessuno di noi genitori, per quanto possa impegnarsi, sarà un perfetto giardiniere e, sicuramente, la crescita della più preziosa tra le nostre piante non dipende solo da noi.
Chiunque frequenti un parco giochi con i propri figli sa di cosa sto parlando. E non mi riferisco certo a bambini di uno, 2 o 3 anni, ma di quelli più grandi. Sono quelli che spingono gli altri e li prevaricano con prepotenza senza che i genitori dicano loro nulla, quelli che distruggono i giochi degli altri bambini o rovinano quelli pubblici, quelli che minacciano i più piccoli e all’occasione li picchiano. E possono farlo perché mamma e papà minimizzano e giustificano ogni loro malefatta, quelle mamme e quei papà che trovano sempre una giustificazione ai comportamenti dei loro figli e che li sollevano da ogni responsabilità .
Educare un figlio è forse davvero il mestiere più difficile del mondo. Richiede sacrificio e impegno. Educare non è tarpare le ali al bambino, ma dargli strumenti per esprimersi e vivere in una comunità civile.
Lasciarli liberi di fare qualsiasi cosa vogliano fare, lasciarli parlare in ogni modo, rispondere alle osservazioni degli adulti, odiare, fare del male, scrivere messaggi violenti, non è libertà.
Costoro non sembrano rendersi conto che però la cosa più grave è aver rinunciato al proprio ruolo di educatore, è allevare un futuro uomo incapace di vivere in società, dannoso per la collettività e anche per se stesso.
I figli non “sono fatti così”!
Siamo noi che li stiamo crescendo come gramigna, piante infestanti dannose per gli altri e per se stesse.
Mi piacciono i ragazzi rispettosi, che chiedono permesso, che dicono grazie anche se non ce n’è bisogno, che sono attenti a non ferire con le parole, che ascoltano gli adulti e che non disdegnano elargire gentilezze e complimenti come quei 4 bambini di 10-11 anni che lo scorso fine settimana ho incontrato all’interno della pizzeria della rotonda, ragazzini molto ben educati che profumano di rispetto e vita.
Massimo Natali