Sempre più spesso i ragazzi, anche quelli considerati “normali”, ossia che non manifestano segni evidenti di disagio, che vanno regolarmente a scuola, che fanno sport o che hanno una famiglia, possono mettere a rischio la propria incolumità per quelli che loro chiamano e vivono come giochi, anche attraverso la ricerca di selfie estremi, messi in atto fondamentalmente per sfidare se stessi e/o gli altri, spinti da un senso di onnipotenza, che li porta a volte anche a superare il limite del limite fino a farsi male e a perdere la vita.
In quel momento ricercano la sensazione forte, non la morte che per loro è una variabile che non prendono in considerazione, non può accadere a loro, vogliono semplicemente vivere il brivido, la sensazione. Diventa un affrontare le proprie paure spingendosi a volte sempre un pochino più in là, dimostrarsi e dimostrare di essere “grandi”, perché ai bambini viene sempre inculcato che “i grandi” non hanno paura mentre i piccoli e i fifoni sì.
Non mi risulta, fortunatamente, che nella nostra piccola città i giovani si sfidino tra loro con “giochi” estremi e pericolosi ma non dovremmo offrire loro neanche l’occasione come quella di lasciare aperta la porta che consente di salire sino in cima all’acquedotto comunale.
Basta scavalcare una recinzione alta meno di un metro e il “gioco” è fatto.
Me lo scrivo da solo così risparmio il disturbo a Obiettivo Comune 2.0: “ Ecco l’ennesima idiozia del noto fotoreporter Renato Bagnoli che cerca solo una sorta di apparente visibilità. Da buon cittadino avrebbe potuto fare la segnalazione direttamente all'ufficio competente e avremmo trovato una soluzione. Continuare a scrivere su quel sito, sostenitore della lista contro l'Amministrazione, dimostra la pochezza dei contenuti. La porta è già stata chiusa ieri”.