Fonte Corriere di Viterbo del 21/07/2019
Cinquantamila tonnellate annue di frazione organica trattata (la cosiddetta forsu), una capacità di produzione energetica pari a un megawatt l’ora per circa 7 mila megawatt l’anno. Sono i numeri del nuovo impianto di compostaggio di Tuscania, in località Fontanile delle donne, appena autorizzato dalla Regione Lazio e che sabato 20 luglio ha aperto i battenti in anteprima per una visita guidata a cui hanno partecipato una sessantina di persone.
Un’apertura straordinaria, alla vigilia di quella effettiva, voluta dalla società che ha realizzato l’impianto (la Tuscia Ambiente di proprietà dell’azienda torinese Asja) d’intesa con il sindaco Bartolacci per rassicurare la popolazione sull’impatto ambientale sul territorio dopo le polemiche dei giorni scorsi. Polemiche che però non si placano, con il consigliere di minoranza ed ex sindaco Regino Brachetti che torna all’attacco, giudicando inopportuna l’iniziativa di Bartolacci e pronosticando invece ricadute sul territorio tutt’altro che trascurabili.
Al sopralluogo di ieri ha partecipato, insieme al sindaco e agli amministratori locali, anche il prefetto Giovanni Bruno, che ha preteso dalla società la firma di un protocollo antimafia a garanzia della provenienza lecita dei rifiuti trattati. Assente invece il presidente della Provincia Pietro Nocchi.
I dirigenti e i tecnici della società hanno accompagnato i visitatori lungo tutta la filiera del trattamento fornendo spiegazioni sui sistemi di contenimento degli odori - lo spettro della puzza sprigionato dal precedente impianto che per anni ha ammorbato i tuscanesi è tornato in questi giorni a materializzarsi - e sulle emissioni in atmosfera.
L’impianto inizierà da subito - già da domani - a produrre compost dai rifiuti organici (quelli provenienti dai 60 comuni del Viterbese avranno la precedenza), mentre per la produzione di biogas, dal quale sarà ricavata l’energia elettrica da vendere alla rete, dovranno passare ancora un paio di mesi.
Bartolacci, che nel 2012 partecipò alle manifestazioni contro il precedente impianto e che nel 2015 votò contro il nuovo progetto in conferenza dei servizi, sembra essersi convertito alla causa: “Si tratta di un impianto di nuova generazione che non creerà problemi alla cittadinanza né produrrà cattivo odore”, assicura il sindaco sottolineando come la collaborazione con il Politecnico di Torino, che svolgerà controlli a sorpresa a spese della società, rappresenti una garanzia.
Di tutt’altro parere Regino Brachetti, che parla di “scellerata iniziativa”: “Checché ne dica Bartolacci - attacca l’ex sindaco ed ex assessore regionale - Tuscania sarà sommersa dalla puzza e da valanghe di camion che porteranno qui i rifiuti di tutta la regione. Ricordo che l’autorizzazione ottenuta dalla Regione è per 60 mila tonnellate annue, pari, pari alla frazione organica prodotta nel Lazio, esclusa Roma, che rappresenta il 25% delle 250 mila tonnellate di indifferenziata complessiva”.
Anche sulle conseguenze viarie dell’apertura del sito - i camion passeranno fuori dal centro abitato ha assicurato Bartolacci - Brachetti esprime forti preoccupazioni: “Vedremo se gli automezzi eviteranno il centro, e poi vorrei capire in base a quali leggi il sindaco li costringerà a deviare. Mi chiedo inoltre perché e a che titolo Bartolacci, che in campagna elettorale non ha speso una sola parola sull’impianto, oggi si faccia promotore di una visita all’interno di una società privata. Mi chiedo quali vantaggi porterà alla collettività questo impianto, visto che per questo tipo di lavorazioni non sono previsti ristori in opere pubbliche quali per esempio asili e strade. Io vedo solo enormi guadagni per la società”, continua Brachetti ponendo poi il problema dei permessi rilasciati da più di un anno: “Mi risulta che se un impianto autorizzato non apre entro 12 mesi l’iter debba ripartire. Verificherò anche questo”.