Ieri, nella sua abitazione è venuto a mancare “Giggetto” Salvatori, una figura importante per la nostra città, un uomo che ha sempre combattuto con grande passione per le idee nelle quali credeva, un grande appassionato di archeologia, mi spiace averlo conosciuto in tarda età, intorno ai suoi 80 anni aveva scoperto il mondo di Internet ed io sono stato la sua figura di riferimento per qualsiasi delucidazione in merito informatico.
Lo andavo spesso a trovare, ci andavo volentieri perché il nostro incontro non si limitava ad un incontro tecnico, ma si allargava ad opinioni, spesso diverse, sulla vita tuscanese e non solo, per me era il “Grande Vecchio” al quale attingere da quella vasta esperienza che aveva consigli importanti, da oltre un mese non mi telefonava più, ho capito ed ho appreso che le sue condizioni si erano aggravate, forse il “Grande Vecchio” ci stava per lasciare e ci ha lasciato.
Uomini come lui non muoiono, lasciano la loro esperienza, il loro esempio tutto ciò che hanno trasmesso e a me ha trasmesso molto. Caro Giggetto, quando volevi col tuo telefono arrivavi anche ad alti livelli, adesso sei lassù, non so che tipo di comunicazione c’è nell’al di là, sicuramente tu la trovi, cerca di metterti in contatto con LUI e digli che lanci uno sguardo sulla terra, perché le cose qui non vanno tanto bene, tu sai come dirglielo. Ciao Gigge’….. mi mancherai.
Luigi Pica
Pubblico volentieri anche un pensiero di Marco Quarantotti:
Luigi Salvatori ci ha lasciati. Si è spento nella sua abitazione di Tuscania all’età di 86 anni. Da tempo lottava con la malattia, ma fino all’ultimo si è dedicato con impegno alla sua più grande passione: la storia etrusca di Tuscania.
E’ d’obbligo ricordare Luigi Salvatori. Presidente dell’ArcheoClub di Tuscania, a lui si devono le ricerche e la catalogazione dei tesori di Tuscania all’estero, numerose campagne scavo nel territorio, come la più famosa, quella di Pian di Mola che portò alla scoperta della preziosa tomba a portico.
Non c’è un tuscanese che non conosca Luigi Salvatori o come lo chiamavamo qui in paese “Giggetto” e tutti, sono sicuro, avranno un pensiero per lui questa sera e per la sua famiglia, per i figli Osvaldo e Mario e per la moglie. Mi piace ricordarlo all’opera, mentre scavava nella terra con l’entusiasmo di un bambino e trasmetteva ad intere generazioni di giovani la sua stessa passione per l’archeologia e per il popolo etrusco.
Voglio ricordarlo fino a questo ultimo periodo della sua vita terrena quando mi telefonava per annunciarmi, con quello stesso entusiasmo, di aver trovato su internet la foto di un vaso etrusco che sicuramente apparteneva a qualche tomba tuscanese e spesso era veramente così. Internet gli aveva aperto un mondo e nonostante l’età, nonostante il male, lui voleva farne parte.
Un mondo nuovo, un mondo profondamente diverso da quello della sua giovinezza, ma che non mancherà di ricordarlo, come merita.
Marco Quarantotti