IL LIMONE
Chiuso ‘n casa pe’la pandemia,
ve vjjo da ‘na chicca sul limone,
e cominciamo allora col sermone:
si la pianta le fiore butta via
e nun c’è stata mae l’allegaggione,
ciò dipenne da un’unica questione,
troppo la pianta ci ha de vigoria,
bisogna nun potalla pe’ ‘n par d’anne,
pe’ nun crealle ancora tante danne
e, si volete fajje mijjoria,
cinque centimetre sò d’accorciajie
a le sugone co’ appropiate tajje.
‘Na concimata pure quanto basta,
lupine trite co’ sangue animale
quello de pollo oppure de maiale,
che se ‘l poco nun noce, ‘l troppo guasta.
Si ci ha le fojje gialle da paura,
de ferro jje se dà la limatura,
nun tanta, sinnò ben quella se compatta.
E c’è un insetto tanto micidiale,
le punte arriccia fore del normale
e pure questo se pole combatta
co’ ‘n rimedio che sta solo in natura
o con un altro dell’agricoltura.
Se sul computer voe ce digitate.
cercanno minatrice serpentina”,
el SOLABIOL, ch’è come nicotina
a base de margosa, ci trovate
oppure ‘l CLOSTER ch’è ‘n insetticida,
sostanza perché l’insetto uiccida.
Mo parleremo come propagallo
e come a volte viè fatto l’innesto,
ma ve conviene, pure pe’ fa presto,
un bel margotto sempre de piantallo,
la ricacciata,benché gela è bona,
invece nell’innesto nun funziona.
La margotta se fa in pianta, ‘ntaccanno
un rametto, che in bottia spaccata,
de terra empita e doppo ben legata,
se mettte dentro e poe, passato un anno,
se le radice sò scappate fora,
la pianta in terra se pone a dimora.
La margotta la fa pure ‘n rametto
infirsato ‘n terra a luna ch’è calante,
a primavera, adacquato abbondante,
e de dieci ramette un bono effetto
voe potrete vedé che almeno un paro
attecchiranno certo non de rado.
L’innesto viene fatto in più mode
a òcchio, a spacco, a triangolo, a corona,
ma l’ultimo adè quello che più sprona
ad attecchì, nonché che più ce esplode ,
co’ possibilità d’attecchimento,
se l’innesto lo trova compimento.
Le marze fatte a becco de clarino,
‘nfirsate nella pelle intorno al tronco,
legate e stuccate al tronco monco,
co’ ‘na busta del pane per benino
poe le coprite e sopra pure ancora
‘na’altra busta de plastica legate allora.
Trascorso un mese sciojjete le buste,
ma non la marza, che forse è arrivata
a questo punto a ‘na mezza metrata,
che va legata a canne assae robuste.
Doppo un anno, quann’è cicatrizzata
liberate la marza ch’è avviata.
Luciano Laici - Tuscania 24.12.2020
LA PIANTA DEL LIMONE, CHE COSA C’È DA SAPERE.
La pianta del limone, come altre piante fruttificano quando sono leggermente deboli, altrimenti fioriscono ma non allegano, i succhioni vanno cimati per un cinque centimetri in punta.Anche la concimazione deve essere leggera come spiegato, lupini triturati, sangue animale e limatura di ferro. Se digitate sul computer troverete le spiegazioni contro la Minatrice Serpentina. E’ meglio piantare a dimora una margotta perché se gela il limone innestato caverà sotto il punto di innesto e ci sarà di nuovo bisogno di reinnestarlo. Il limone teme il gelo, mentre l’arancio, il mandarino e in special modo il pompelmo resistono meglio alle gelate. Le margotte si fanno aeree con germogli, la margotta aerea si effettua mettendo dentro un vasetto di plastica o ad una bottiglia spaccata dopo averla riempita di terra, il rametto aereo del limone incidendolo un poco sotto e legandolo , quando dopo circa un tre o quattro mesi avrà messo le radici, ben vedibili dalla trasparenza della bottiglia si può vedere la nuova pianticella e metterla a dimora. La margotta di terra si fa prendendo dei rametti recisi di un limone in primavere a luna calante per poi piantarli in terra il un luogo un pochino ambreggiato ed annaffiandoli periodicamente. Quando vedrete che hanno ben cavato li potrete piantare a dimora. L’innesto non è di facile esecuzione, il meglio innesto e quello a corona; si prendono dei rametti del diametro si una matita,( meglio un pochino più piccoli) lunghi un dieci centimetri, poi appuntiti a forma di becco di clarino, si infilano nella pelle del limone capitozzato. Si possono metter più marze secondo del diametro del tronco che è meglio che sia giovane, del diametro cioè di circa un quattro centimetri, poi stuccate le parti con mastice da innesti e legate le marze. Sopra vi si mette una busta del pane legata al tronco monco e sopra ancora una busta di plastica anche questa legata, Dopo circa un mese si sciolgono le buste, e a quel punto si vedrà che alcune marze hanno ben attecchito, ma non bisogna sciogliere le marze, che si dovranno tutelare legandoli a dei tutori come canne o bastoni, affinché il vento non li “sbrocchi”. Passato un anno a cicatrizzazzione ben avventa, si potranno sciogliere le marze. Quando nella poesia trovate scritto a lettere maiuscole appresso alla parola Soalbio marosa questa e una parte di pianta che contiene l’olio di neem che è un repellente biologico degli insetti. Buon lavoro.