Consalvi ritorna - Toscanella

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Consalvi ritorna

Scrivono per noi > Mauro Loreti
 
ERCOL RITORNA COL MAESTOSO VOLTO E LA NOBIL ALMA. di Mauro Loreti
 
Nel 1915 il poeta bolognese  Paolo Maria Renazzi, accademico Tiberino e poeta arcade, socio dell’Accademia Truentina di Ascoli Piceno e Segretario generale della Comarca , la provincia di Roma,  nella stamperia romana del libraio  Mariano Augusto  De Romanis, in via San Pantaleo, con la licenza dei Superiori, pubblicò un’ode saffica per il fausto ritorno in Roma del cardinale Ercole Maria Brunacci Consalvi, tuscanese da parte di padre,  Segretario di Stato del Papa Pio VII, felicemente regnante, e ministro plenipotenziario della Santa Sede presso il Congresso delle alte Potenze alleate in Vienna.

 
In questa città, dove scorre il fiume Istro, il Danubio, s’intese il parlar profondo del Consalvi , gli austriaci plaudirono ed i Regnatori del modo apprezzarono le alte ragioni del Papa.   Il poeta informa  il Tebro, il Tevere, che ritorna Ercole, l’Oratore di Roma, suo sostegno e suo figlio.

 
Gioiscono i Quiriti,i Romani, lo ringraziano dal basso Ufente, il confine meridionale della pianura pontina, dal lido Eridanio, vicino al fiume Po, da Felsina, Bologna, la patria del poeta, dal fiume Reno, che attraversa l’Emilia, dalla Romagna, da Ferrara, dall’Appennino, dal Chienti, fiume del Maceratese e del Fermano, dal Tronto, fiume della Sabina e dell’Ascolano, dal Metauro, nella delegazione di Pesaro ed Urbino, cioè da tutte le provincie che formano lo Stato Pontifico,  il bel suolo che tra due mari, il Tirreno e l’Adriatico, è racchiuso.

 
PEL FAUSTO RITORNO
 
IN ROMA
 
DI SUA EMINENZA REVERENDISSIMA
 
IL SIGNOR CARDINALE
 
ERCOLE MARIA CONSALVI
 
SEGRETARIO DI STATO
 
DI N.S. PAPA PIO VII
 
FELICEMENTE REGNANTE
 
E MINISTRO PLENIPOTENZIARIO DELLA S.SEDE
 
PRESSO IL CONGRESSO DELL’ARTE POTENZE ALLEATE IN VIENNA.
 
ODE SAFFICA
 
DI PAOLO MARIA RENAZZI
 
ACCADEMICO TIBERINO E P. A.

ODE SAFFICA.
Sorgi, o Tebro , dall’ urna, e la tua chioma
Di nuovi allori inghirlandando adorna;
Alle tue sponde 1’ Orator di Roma ,
Ercol ritorna;
Ercole , il saldo tuo sostegno e figlio,
Che grande là nell’Europeo Senato ,
Resse coll’opra industre e co! consiglio
Di Roma il fato .
A Lui s’innalza de’ Quiriti il grido;
Al suo valore, e al sovr’uman suo senno
Dal basso Ufente all’Eridanio lido
Grazie si denno,
Ch’ove s’intese il parlar suo profondo,
Cui plaudendo il pensoso Istro stupio
L’ alte apprezzaro i Regnator del mondo
Ragion di Pio;

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Di quel Pio, Santo Successor di Piero,
 
Ch’oltre il bel suol die fra duo mar si serra,
 
Di regger degno è col soave impero
 
Tutta la terra;
 
A Lui già volge desiosa i sguardi
 
Felsina mia, che si rammenta ancora,
 
Quale un dì fu sotto i Roman stendardi,
 
E quale è ora;
 
E presso il picciol Ren, die il dotto olivo
 
S’intreccia al crin con la palustre canna,
 
A Pio e di Roma al Difensor, festivo
 
Canta l’Osanna,
 
Osanna a lei dal non remoto lido,
 
Che del mar che lo fugge ognor si lagna,
 
Risponde, e accoppia di contento il grido
 
Lieta Romagna .
 
Tornano intanto di più fausta sorte ,
 
A folgorar di ambita pace in segno ,
 
Sulle turrite Ferraresi porte
 
Chiavi e triregno,

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Dell’ Appennin dalla petrosa balza
 
Fuor esce il Olienti insuperbito , e lauro
 
Cinge alle tempie; il doppio corno innalza
 
Tronto e Metauro .
 
Suonar di plausi e trionfali accenti
 
S’odon d’intorno le feraci sponde,
 
À cui giuliva per la via de’ venti
 
Eco risponde .
 
Deh sorgi, o Tebro, e la vetusta chioma
 
Di nuovi allori inghirlandando adorna ,
 
Alle tue sponde l’Orator di Roma ,
 
Ercol ritorna;
 
Ei riede a noi qual dopo la fremente
 
Tempesta in grembo della notte bruna
 
Nell’ azzurro del Ciel la rinascente
 
Candida luna ;
 
A Lui deh! s’ erga di votivi marmi,
 
Alla memoria de’nipoti sacro,
 
Fra il suon dell’arpe e il modular de’carmi
 
Un simulacro.

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Sul maestoso volto a cui risplenda
 
La nobil alma, che racchiude in petto,
 
E sua purezza alcuno non offenda
 
Torbido affetto.
 
 
La diffidi del regno arte da un lato
 
Sorga pensosa, e con immoto ciglio
 
Miri il sostegno che trovar Fè dato
 
Nel suo consiglio.
 
 
Siavi Giustizia, che con equa lance
 
E premio e pena a chi si debbe appresta,
 
E che l’orecchio alle maligne ciance
 
Facil non presta ;
 
 
Siavi Prudenza, che ne’ dubbi eventi
 
Con certo sguardo ¡’avvenir rimira;
 
E la Pietà, che sulle afflitte genti
 
Modera l’Ira;
 
 
Quella Pietà del Ciel dono soave ,
 
Che facil sempre , nè invocata invano ,
 
A chi cerca, mercede, a chi non ave
 
Porge la mano .

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Or su, novello Fidia, il ferro industre
 
Prendi, e t’ accingi a si laude voi opra;
 
Che tu per lei , essa per te fia illustre,
 
E agli anni sopra ;
 
 
Ma dell’ arte, onde sei maestro e duce,
 
Usa il saper che si chiaro ti rende ,
 
Tal che in Ercol rifulga aurea la luce
 
Che in Pio risplende;
 
 
In Pio , che Santo Successor di Piero,
 
Oltre il bel suol, che tra’duo mar si serra
 
Di regger degno è col paterno impero
 
Tutta la Terra.

 
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