Il periodo comunale
SVILUPPO URBANISTICO DEL "COMUNE".
Ancora nel IX secolo, Tuscania presentava l’aspetto urbanistico che aveva in epoca romana. Era difesa da alte rupi tufacee e da corsi d’acqua naturali. Solo a nord non era protetta. Da quella parte, fuori le mura, correva, è vero, il Riuscello, ma al di là, sovrastavano le mura, quasi dominandole, tre colli verdeggianti (Montàscide, S. Pellegrino, il Cavaglione), dai quali si poteva tenere sotto mira le zone più basse dell’abitato.
Intorno all’anno 1000 (secolo più, secolo meno), i Tuscanesi dovettero costruire sui tre colli esterni, tre fortificazioni, diciamo tre castelli, per prevenire e rintuzzare eventuali attacchi da nord, dalle zone del lago di Bolsena.
Nel periodo successivo (secc. XI-XII) i tre castelli furono inglobati nell’abitato (vedi figura n. 8), con un ampliamento della cerchia muraria: dai documenti sappiamo che tutto questo era certamente già avvenuto prima del 1220.
È chiaro che sui tre colli non furono subito costruite molte case, né tanto meno c’erano le chiese di S. Marco, di S. Silvestro e di S. Maria della Rosa. Anzi, ancora nel 1221, essi ci appaiono delle colline coltivabili, anche se inserite ormai entro la cerchia muraria.
Poi, con le case, comparvero le prime due chiese suddette (non S. Maria della Rosa, che è del XIV secolo). La cerchia muraria raggiunse, così, un perimetro di chilometri 4,700, con una superficie di circa 62 ettari: la massima estensione raggiunta da Tuscania, anzi dalla "Grande Tuscania", come dicono, ancora oggi, le persone anziane, riferendosi alla Tuscania medioevale.
Nel XIII secolo la Città ci appare divisa in quattro quartieri: - quello della Civita, dalla cui sommità, la cattedrale di S. Pietro dominava le valli della Marta, del Maschiolo e di Riofecciaro;
- dalla parte opposta, il quartiere dei Castelli (chiamato anche dei Monti) e il quartiere di Poggio Fiorentino si fronteggiavano, separati dal Ruscello;
- l’ampia vallata centrale, che dai due colli degradava lentamente, per risalire poi bruscamente verso il colle della Civita, costituiva l’ultimo quartiere, quello di Valle, chiamato anche di Mezzo, per essere, appunto, delimitato dagli altri tre.
Da sette porte si accedeva alla città. Di esse, restano solo Porta di Poggio Fiorentino (rifatta nel Settecento) e Porta Montàscide, l’unica originale, che immetteva nel quartiere dei Castelli.
Ciascuno dei quattro quartieri era diviso in contrade, una quarantina in tutto, molti nomi delle quali riescono ancora a sopravvivere nel linguaggio popolare, anche se "ufficialmente" sostituiti da nomi di eroi del Risorgimento e della Resistenza.