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- INTERVISTA A PAOLO BIANCHINI, REGISTA CON IL SOLE DENTRO GLI OCCHI di Fabiola Caldarella.

Pubblicato da in Articoli Toscanella · 12/4/2013 09:04:48

Fonte: Tusciamedia.com

Grande successo stanno avendo le proiezioni per le scuole de "Il sole dentro", del regista Paolo Bianchini che, personalmente, presenta e commenta la sua opera ai ragazzi. La nostra testata ha partecipato al confronto tra Bianchini e gli studenti che, interessati, pongono diverse domande. Al termine dell’incontro abbiamo potuto scambiare due parole con il regista, che si è dimostrato molto gentile e disponibile. Chi parla con noi in realtà non è il regista ma il Bianchini uomo che, insieme alla moglie, si è buttato con tutto se stesso in questo nobile progetto. A dimostrarlo più delle parole, sono i suoi occhi, pieni di amore e speranza, ma anche grande determinazione.

D: "Il sole dentro" oggi continua ad essere proiettato soprattutto per le scuole. Che atteggiamenti e sentimenti ha riscontrato nei ragazzi che lo hanno visto?

R: La storia raccontata nel film, il linguaggio universale delle immagini, lo stile semplice e popolare che abbiamo scelto di utilizzare è rivolto soprattutto ad un pubblico di giovani. Non ho voluto fare il cinema sofisticato o dare un saggio di estetica cinematografica, ho voluto semplicemente dare voce a personaggi veri, a storie vere, ad una voce mai ascoltata, che continua ad esserlo, quella degli invisibili. Con mia moglie Paola, persona con cui condivido il nostro lavoro, abbiamo raccontato queste storie sconosciute e perdute nel nulla, quella di Yaguine e Fodè e quella di migliaia di ragazzini vittime del traffico clandestino dei bambini calciatori. È un fenomeno vastissimo che da anni crea tragedie ignote a tutti, anche perché dove c’è il calcio per i media è meglio non criticare. Tutto si ritorce in utile economico, tutto diventa mercato, anche la vita delle persone e ancora peggio quella dei bambini, vittime della cultura "successo uguale soldi". Questa è una visione completamente sbagliata, la  nostra vita è diventata un videogioco e la televisione una droga che serve a non pensare. Credo quindi che questo film sia un esempio di partecipazione umana, nei ragazzi si risvegliano o svegliano per la prima volta delle sensazioni ed emozioni fortissime. E' un po’ come prenderli per mano ed in punta di piedi portarli nella casa di Yaguine, Fodè, Thabo e Rocco e insieme a loro vivere questa esperienze estrema, che poi diventa la propria, e che i protagonisti del film hanno provato. Da lì dobbiamo essere capaci di non abbandonarli, ma di aiutarli a far sì che questi segnali diventino coscienza.
Devo ammettere che il film dal punto di vista economico è stato per noi un disastro, ce lo siamo autoprodotto rimettendo 300.00 mila euro. Dico però questo perché siamo una dimostrazione di come nella vita si possa fare un lavoro creando qualcosa da  donare agli altri semplicemente perché ci piace e ci dà un’emozione che si chiama amore e che ci lega agli altri. Il mondo o progredisce o torna indietro, dipende da ciò che gli si dà.

D: Ha incontrato i genitori di Yaguine e Fodè, cosa ricorda in modo particolare?

R: All’inizio il loro stupore perché erano passati dieci anni dalla morte dei loro figli, tutti si erano dimenticati, ma qualcuno ritornava a parlare di Yaguine e Fodè. Ho letto la lettera a cui nessuno aveva dato una risposta e questa è la cosa che mi ha indignato. Sono persone attorcigliate su se stesse. Il 7 maggio andremo al Parlamento Europeo e non puoi immaginare che lotte stanno avvenendo fra i gruppi politici. E’ per loro l’occasione di diventare protagonisti, poi però dopo un’ora che sei uscito da lì sei sparito dalla loro vita. Basta, dobbiamo pretendere che questa gente difenda i nostri diritti. Ecco, io quando sono andato giù provavo questo davanti al padre di Yaguine e alla madre di Fodè, perché oggi loro avrebbero avuto solo un genitore. Volevo raccontare al mondo la loro storia e volevo una risposta a questa lettera, la prima l’abbiamo data noi con questo film. L’Enea (Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, ndr), a cui ci siamo rivolti, con un finanziamento europeo creerà in Guinea e non solo dei centri di formazioni per giovani che sappiano gestire dei pannelli solari, che saranno poi inviati. Nasceranno quindi delle scuole. Questa è un’altra risposta alla lettera di Yaguine e Fodè, che è diventata la lettera di migliaia di ragazzi che da tutto il mondo continuano a scrivere alle "Loro Eccellenze".

D: L’iniziativa "Fatti sentire" ha coinvolto tantissimi studenti. C’è una o più lettere che le sono rimaste maggiormente impresse?

R: Si, quella di una ragazzina del Kosovo che ha scritto da un villaggio circondato dal filo spinato e che non sa immaginare come possa essere la vita senza la paura di accendere una luce in casa per non essere sparata e che quindi accende la candela e la mette in un angolo perché non dia la sua luce fuori. Poi anche quella di una ragazza di sedici anni di Palermo. Queste e altre sono lettere di una tale bellezza che stiamo pensando di unirle in un libro e darle, con l’obbligo che le leggano, ai potenti del mondo. Vorremmo portarle alle Nazioni Unite e leggerle lì, perché insegnano molto, i ragazzi insegnano molto.

D: Come accennava prima, il 7 maggio il Parlamento Europeo risponderà per la prima volta alla lettera di Yaguine e Fodè. A questa risposta ha contribuito anche la sua opera....

R: Se non ci fosse stato il film nessuno avrebbe ricordato Yaguine e Fodè. Non c’era più nulla su internet, noi abbiamo impiegato 45 giorni per raccogliere informazioni. Un nostro amico giornalista ha ritrovato la notizia perché la comunità di Sant’Egidio in Guinea aveva accolto i genitori, che aiutava. Quando è stato deciso di fare il film, abbiamo creato il sito con la lettera e con il progetto della sua realizzazione. Da lì è cominciato tutto. I ragazzi di un liceo di Guidonia ci hanno contattato ed io sono andato lì a raccontare tutto, ero già stato a conoscere i genitori dei due ragazzi. Il film è nato così, parlandone nelle scuole. Se non ci fosse stato il film anche tutti i Thabo e Rocco sarebbero sconosciuti. Oggi si comincia a parlare di questo fenomeno. A breve la Presidente della Camera dei Deputati, insieme alla Federazione Gioco Calcio, porterà il film a Coverciano per una proiezione con i calciatori della Nazionale Italiana.

D: I suoi prossimi progetti...

R: Sono tanti. Un film in coproduzione con la Cina, raccontato e visto dagli occhi di un bambino ed ispirato ad un personaggio vero e autentico, Matteo Ricci. Poi un film, che produciamo con Alveare Cinema, dal titolo "La cucina di mia madre" che vede il debutto di un giovane regista tuscanese, Federico Cuccari, e narra storie di ragazzi di Tuscania. Infine un altro ancora, "Il lato soleggiato della strada", che dovrebbe dirigere mio figlio, Luca Bianchini, anche lui cantastorie.



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