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Fonte: Setteminuti.it
Isde: "Avviare subito programmi di prevenzione totalmente gratuiti per le patologie correlate all’esposizione cronica all’arsenico."
L’apertura della procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea nei confronti dell’Italia in relazione alla presenza di arsenico nelle acque ad uso umano prende atto dello stato d’insufficienza e inadeguatezza, in particolare nell’Alto Lazio, di interventi definitivi tesi alla protezione delle popolazioni esposte da oltre un decennio a valori fuorilegge di arsenico". E' il commento -affidato ad una nota diffusa ieri- dell'Associazione italiana medici per l’ambiente-Isde alla notizia dell'apertura da parte della nuova procedura di infrazione da parte della Commisisone Europea.
"L’Associazione italiana medici per l’ambiente- Isde (International Society of Doctors for the Environment) da anni, anche in collaborazione con gli Ordini professionali di Latina e Viterbo e la sezione viterbese della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) – prosegue il comunicato - ha segnalato il gravissimo rischio sanitario determinato dall’esposizione cronica all’arsenico, sostanza tossica e cancerogena, e l’insufficienza e l’inadeguatezza, in particolare nell’Alto Lazio, di interventi risolutivi per la protezione delle popolazioni esposte da oltre un decennio a valori fuorilegge di questa sostanza. La recente procedura d’infrazione aperta dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia proprio in relazione a questa vicenda dimostra quanto fosse consapevolmente e scientificamente motivata l’azione di segnalazione, informazione e denuncia. Questa vicenda ha avuto origine dal mancato rispetto, attraverso il ricorso all’istituto della deroga, del Decreto Legislativo 31/2001 e così per oltre un decennio le popolazioni interessate da questa problematica ambientale e sanitaria, ed in particolare quelle del Lazio,e in modo ancora più particolare quelle dell’Alto Lazio, sono state molto spesso se non quasi del tutto lasciate all’oscuro circa i gravissimi rischi correlati all’assunzione di acqua ed alimenti contaminati da arsenico ed esposte a valori di arsenico fuorilegge, che hanno raggiunto in molti Comuni anche i 50 microgrammi/litro, ovvero cinque volte il limite di legge previsto per questa sostanza tossica e cancerogena per la quale non esiste alcuna soglia di assoluta ed accettabile certezza per esposizioni croniche tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda valori di arsenico il più possibile prossimi allo zero.
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