‘L PIGNO DE LE FRATE
Lì dietro alle Cerquette c’era un pigno,
chiamato per appunto de le frate,
perché da loro lì come ‘no scrigno
se coltivava pe’ fà le magnate;
il pigno ch’era sì spropositato
da un ciclone fu un dì sdiradicato.
Il sindaco Nicola Salvatori,
pe’che ricordallo quell’avvenimeto,
lo ripiantò coll’amministratori
in modo dico d’avicendamento,
e lastra affisse ad un muro vicino (1
che ancora lì s’ammira per benino.
Du’ segone saldaron le Moretti
pe’ poe segallo pel trasporto,
ed un palchetto con assi perfetti (2
messo ce fu pe’ lavoracce a corto:
e Peppe Onori, detto ‘l Marchiaciano,
fu tra quelle che ce la misse mano.
Ecco perché ‘l sito Pigno se chiama,
cosa che certo tutte nun sapranno,
e la lastra, che quel fatto richiama,
l’ ho citata per chi Tuscania l’ama,
perché, scordando le fatte trascorse,
avremo l’avvenire pare in forse.
Questa è la targa in marmo è affissa al muro esterno della casa del fu palafreniere Iacopo Roverelli che è sita dietro al museo nazionale di Tuscania: 27.03.1949, L’amministrazione Social/Communista in questo dì volle in un col popolo far sorgere la novella pianta per perpetrare nei secoli la vetusta tradizione popolare la dove il vecchio pino per ottocento anni vide e cantò dall’alto fasti e nefasti, gioie e dolori di Tuscania antica
O VECCHIO PINO ANCORA FRA LA TUA CHIOMA
IL VENTO CANTI AI POPOLI ASPETTANTI
GIUSTIZIA E LIBERTA’!!!
Il sindaco Nicola Salvatori
(B. Gessi)
Segretario
A.Micio
F.Sartori
G. Iacobi
G. Palombella
P.Astolfi
G.Ciccioli
D, Brizi
Il fatto mi è stato raccontato dal fu Onori Giuseppe detto il Marchiciano. Io a quel tempo avevo cinque anni. Lo stesso mi disse che fu approntato un palco alquanto alto, tanto era grosso il tronco, per consentire a quattro operai di lavorare comodamente in special modo per tirare i manici di legno del segone con due operai per lato.
Tuscania 28.08.2022 - Luciano Laici