LA CHIESA DI SANTA CROCE DI GERUSALEMME A TUSCANIA. (gia’ di San Giovanni Battista) di Mauro Loreti
La chiesa romanica è databile intorno al 1190 e possedeva delle rendite da terreni e fabbricati che venivano utilizzate per l’ospedale di Santa Croce, che era a fianco e che occupava gli attuali locali della biblioteca, dell’archivio storico e degli uffici finanziari. Il toscanese Francesco Giannotti scrisse che “nel 1415 la chiesa ovvero hospidale di San Giovanni era contiguo al Palazzo dei Priori.” Nel 1492 si legge in alcuni atti: “altare maius ecclesie seu hospitalis Sancte Crucis”.
In seguito, nella prima metà del 1500 gli amministratori ed i santesi della chiesa e dell’ospedale vendettero alcuni locali al comune di Toscanella che vi realizzò il palazzo municipale, in sostituzione di quello “diruto” del Rivellino, con l’aggiunta del palazzo del Podestà che fu unito per mezzo dell’attuale arco. L’Ospedale curava i cittadini ed i pellegrini infermi. In questa chiesa il vescovo tuscanese Raniero, profondamente religioso, preparò i crociati della diocesi per l’impegnativa quinta crociata del 1217. I crociati tuscanesi poi si unirono ai Frisoni tedeschi e olandesi, ai cornetani, ai vetrallesi, ai viterbesi, ai senesi, ai montaltesi, ai montefiasconesi e partirono con le navi per la Terra Santa il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione.
Leggiamo nel libro di Antonio Barbacci del 1704 che una delle chiese di Tuscania era quella di Santa Croce con l’ospedale la di cui Cura era raccomandata al Primicerio della Cattedrale di San Giacomo e questo ospedale serviva solamente per gli infermi.
La struttura muraria della chiesa è a conci quadrati di tufo. La facciata presenta un rosone ed un portale il cui l’architrave, ridotto, si trova ai piedi della scalinata. L’interno è ad una nave ed il tetto è a capriate. Negli angoli della controfacciata vi sono due mensole di cui una a forma di volto del demonio e l’altra con motivi geometrici. Il presbiterio con la cripta ed il coro è elevato con sette gradini. Nella parete di sinistra si ammira l’affresco di San Giovanni Battista benedicente, al quale era intitolata la chiesa, ed un affresco goticizzante del 1432 con la Salita al Calvario di Gesù Cristo, opera di Francesco Zacchi da Viterbo detto il Balletta.
Sono ben visibili i volti di Gesù, della Madonna e di San Giovanni. Nella parete di destra ci sono i resti dell’affresco dell’Apocalisse di Spinello di Luca Spinelli detto l’Aretino del 1400. Si tratta della battaglia tra gli angeli fedeli a Dio e quelli orgogliosi ribelli e sotto Lucifero. In questa chiesa, in una cappella, fin dal 1348 si riunivano anche i disciplinati e le disciplinate della venerabile Arciconfraternita di San Giovanni Decollato, nominata anche della Misericordia, che avevano un oratorio e seppellivano gratis tutti i cadaveri dei poveri e distribuivano sussidi dotali alle giovani.
Nel 1561 questa confraternita, che era aggregata all’omonima compagnia della Nazione Fiorentina dell’Alma Città di Roma, cedette all’ospedale la cappella di San Giovanni ed altri immobili e si spostò nella chiesa di Santa Maria Nuova. Quest’ultimo tempio alla fine del 1600 cambiò il nome in San Giovanni Decollato proprio per la grande presenza e venerazione dei componenti della Confraternita ed ora è anche il santuario dell’Addolorata. L’ospedale è rimasto in funzione fino al 1971, anno del disastroso terremoto che colpì Tuscania.