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TRANSUMANTI IN ARRIVO E PORTIERANTI IN PARTENZA
Il 10 dicembre scorso, a Piansano su una iniziativa culturale promossa dalla rivista bimestrale "la Loggetta" notiziario di Piansano e la Tuscia con lo speciale numero n.59 che ha coinvolto ben 30 comuni della provincia di Viterbo è stato trattato il problema dell’emigrazione. Per Tuscania sono apparsi due articoli uno del Cav. Luigi Tei dal il titolo "transumanti in arrivo e portieranti in partenza" e l’altro da Giancarlo Guerra… Terra di immigrazione.
L’emigrazione dei Tuscanesi nel corso dei secoli ha avuto delle manifestazioni molto modeste. Infatti si hanno sporadici spostamenti e le grandi partenze degli Italiani di fine del ‘800 e gli inizi del ‘900 per l’Argentina, Stati Uniti d’America, Brasile e Venezuela hanno interessato solo qualche Tuscanese.
Si ha un più accentuata emigrazione di Tuscanesi nel periodo fascista (1935 –1942). Molte famiglie si trasferirono nelle colonie del costituendo impero(Albania, Somalia, Eritrea, Etiopia, Libia, Montenegro) attratte dalla proprietà e dal facile arricchimento.
Dopo il secondo conflitto mondiale abbiamo poche emigrazioni verso gli stati europei come Germania, Francia, Svizzera , Inghilterra ed Olanda.
Negli anni 1960-
Invece essendo una città con grande estensione di territorio, più che di emigrazione Tuscania è stata luogo di immigrazione e sin dall’alto medioevo molti furono gli immigrati provenienti dal Casentino, Umbria, Marche, Abruzzo che chiedeva alla comunità di Toscanella l’erbatico per la "transumanza" e quindi si portarono nella nostra zona per espletare lavori connessi alla pastorizia e l’agricoltura.
La maggior parte degli abitanti di Tuscania ha origine forestiera e la popolazione è un miscuglio tale di popoli e razze che la rendono sotto il profilo sociale, culturale ed umano, una realtà sui generis nel panorama demografico italiano. Tutte queste popolazioni hanno contribuito a rendere meno desolate le campagne della Maremma e sono state determinanti nell’imprimere l’elemento etnico locale.
Per secoli i pastori dei paesi montani sembravano vivere una duplice esistenza in quanto avevano la necessità di trasferire le greggi, attraverso tratturi percorrendo tratturi antichissimi (vie d’erba) – sempre quelli – le "vie d’erba" e percorrevano centinaia di chilometri dall’Appennino verso il mare per venire a trascorrere l’inverno nelle zone rivierasche ove trovavano un clima più mite.
Le greggi scendevano dai monti e raggiungevano le lontane pianure della Maremma Laziale e Toscana e la campagna romana. Con l’approssimarsi della stagione invernale i paesi montani si svuotavano di uomini e di animali per ripopolarsi, poi, dopo lo svernamento. Le greggi ed i loro conducenti erano perennemente in movimento e la vita del pastore era sempre una partenza ed un arrivo.
E per questo a Tuscania si ha ancora oggi una numerosa presenza di cittadini di provenienza da altre regioni: Sardegna, Marche, Umbria, Abruzzo, del basso Lazio (Ciociaria), Reatino , Calabria e Campania.
Inoltre si ha una ricca presenza di immigrazione di popolazione proveniente dai paesi vicini come Piansano, Valentano, Canino, Arlena di Castro, Latera, Onano, Viterbo, Vetralla, Monteromano, Marta e Montefiascone.
Molte immigrazioni sono avvenute perché i giovani venivano in Maremma in cerca di lavoro stagionale e lo trovano presso i grandi latifondisti. Non di rado riuscivano trovare la compagna della vita e mettendo al mondo dei figli tanto che difficilmente riuscivano a ritornare nei paesi di origine.
Luigi Tei
Pubblicato sul numero speciale 59 lo "La Loggetta" mese novembre/ Dicembre 2005, anno X, nr.6 pag. 68.