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16. TUSCANIA NELLA "SIGNORIA" DI GIOVANNI III DI VICO (13501354).
Giovanni di Vico aveva stipulato una tregua triennale con la Chiesa (7 maggio 1348). Ufficialmente non l’aveva rotta, ma, oggi una città, domani un castello, commetteva soprusi a non finire ed estendeva sempre più il suo dominio.
Nell’agosto del 1350 è la volta di Tuscania. Le forze del Campidoglio gironzolano nel territorio, completamente impotenti, e devono starsene inoperose in Barbarano, ad osservare l’astro di Giovanni di Vico, che s’innalza ogni giorno di più.
Il 19 agosto 1352 egli è padrone di Orvieto, dove si trasferisce da Viterbo. La sua potenza è al culmine. Di questo passo, forse, potrà realizzare il sogno di suo nonno Pietro IV: la Signoria di tutto Patrimonio di S. Pietro in Tuscia.
Nessun comandante dell’esercito pontificio è in grado di resistergli, tranne, forse, Simonetto Baglioni che gli impedisce di prendere San Gemini.
Tra i tanti episodi di guerriglia, ne ricordiamo uno solo. Nel giugno del 1353, mentre Giovanni discendeva verso il mare, assediò e distrusse Montebello, ancora in mano alle truppe pontificie, da quando, diversi anni prima, l’avevano tolto a Giovanni da Bisenzo. Da quel momento Montebello rimase completamente spopolato ed il suo territorio divenne una tenuta, che la Reverenda Camera Apostolica concedeva per il pascolo del bestiame transumante.