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6. TRASFORMAZIONE AMMINISTRATIVA E URBANISTICA NEL PRIMO VENTENNIO DEL XIV SECOLO.
Le scarse notizie non ci permettono di stabilire il funzionamento dell’Amministrazione comunale di Tuscania, dopo l’introduzione dei "Sei del Popolo" nei primi anni del Trecento. È probabile che, al tempo del Cucuiaco, soprattutto dopo le devastazioni subite da Tuscania ad opera degli Orvietani, tale organo amministrativo scompaia (mentre le competenze del podestà, nel campo giudiziario, non subiscono alcuna modificazione).
La Città, già devastata in parte dai Romani nel 1300, dovette subire un duro colpo con i cento morti e il migliaio di esuli del 1317.
Chi rimase più danneggiato di tutti fu senza dubbio il quartiere della Civita, che si andò spopolando in maniera irreversibile.
Furono emanate delle disposizioni (non conosciamo l’anno), tendenti a ripopolare il quartiere, con esenzioni sulle imposte, per chi fosse propenso a stabilirvi la residenza, ma tutto risultò inutile. Ormai il quartiere era destinato, inesorabilmente, a morire. Alla fine, ridotto a pochi abitanti, esso fu unito a quello di Valle, per cui Tuscania cominciò ad assumere una nuova divisione, non più in quattro quartieri, ma in tre "terzieri": il terziere di Poggio Fiorentino, il terziere dei Castelli e il terziere di Valle e di Civita, unificati.
Anche il numero dei consiglieri comunali del Consiglio generale, da 12 per quartiere passò a 12 per terziere, scendendo, in totale da 48 a 36. Quelli del Consiglio speciale scesero da 16 a 12 (quattro per terziere).
Al posto dei "Sei del popolo" troviamo, inoltre, un altro organo collegiale: i "Tre Anteposti", evidentemente uno per terziere, che, insieme, amministravano la cosa pubblica, in posizione di parità, senza che uno dei tre vantasse maggiori prerogative rispetto agli altri due.