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3. TRISTE RISVEGLIO (6 febbraio 1971 ore 19,09)
La storia “contemporanea”, o meglio, il “Risveglio” di Tuscania ha inizio con questa data, citata sempre dai Tuscanesi con una precisione ossessiva, perché sono ancora nel cuore di ciascuno i lutti, le rovine e disagi causati dal terremoto: l’ultima, grande catastrofe che ha letteralmente prostrato la Città.
Dopo tante rovine, però, essa sembra aver assunto una nuova atmosfera. C’è stato un rapido progresso nella riscoperta di certi valori storici, artistici, turistici e, in ultima analisi, economici.
E’ nato in tutti i cittadini il desiderio, il gusto per la valorizzazione della Città, che, però, si è spogliato, o si va spogliando, del puerile campanilismo di un tempo.
Moltissimi cittadini, prima del terremoto non avevano mai preso coscienza di vivere in un “centro storico”: ora che è risorto dalle rovine, se lo guardano, imparano a riconoscerlo, pezzo per pezzo, via per via, quartiere per quartiere e alla fine ci si sentono attaccati, sono fieri di esserne i proprietari e vogliono che anche altri vengano a vederlo, a conoscerlo e ad apprezzarlo. E tutti fanno la loro parte, dai più grandi ai più piccoli, come le tessere di un mosaico.
Ieri i Tuscanesi vivevano ciascuno asserragliato nel proprio quartiere, nel proprio “vicolo”, senza ricercare il contatto con quelli di altri quartieri.
Oggi il terremoto li ha scaraventati via dal vicolo, li ha rimescolati disordinatamente, facendoli stare, per lunghi anni, gomito a gomito.
Anche se triste, è stata una esperienza che ha rigenerato i Tuscanesi, ne ha ampliato l’orizzonte sociale e culturale, li ha risvegliati da un torpore secolare: nascono numerosi circoli culturali, sta rinascendo perfino l’artigianato locale, già quasi completamente decaduto: ferve la lavorazione del cuoio, del ferro, del legno e del1’argilla.
C’è un clima di entusiasmo, ma non possiamo dimenticare che il “Risveglio” di Tuscania fonda le sue basi sulle vittime innocenti di un terremoto.