Menu principale:
Con due straordinarie poesie in rigoroso dialetto tuscanese - “L’osso acconnitoro” e “Le giorne de la merla” classificatesi ex aequo- Luciano Laici è risultato il vincitore della quinta edizione del concorso “Edilio Mecarini - Città di Viterbo” dedicato appunto alla poesia dialettale. Il nostro collaboratore ha letteralmente sbaragliato la concorrenza piazzandosi davanti alla viterbese Adriana Santoni (L’vetorbese ‘gnorante) e ad Emiliano Macchioni autore della poesia “Santa Rosa”.La consegna dei premi è avvenuta giovedì 5 giugno a Viterbo all’interno di un’affollatissima Sala Regia di palazzo dei Priori, alla presenza delle massime autorità cittadine e di una folta rappresentanza di alcune scolaresche della provincia. Promosso dall'associazione Tuscia Dialettale, il premio dedicato all’insigne poeta scomparso qualche anno fa ha lo scopo di “valorizzare e riscoprire il dialetto nelle varie realtà ambientali e nella vita scolastica per salvaguardare il retaggio della tradizione nelle sue caratteristiche sfumature e nella particolare terminologia e fraseologia”.“La poesia dialettale -ha spiegato il professor Aurelio Rizzacasa, titolare della cattedra di Filosofia alla Università di Perugia e membro della giuria- serve a realizzare un ponte tra il passato perduto e il futuro sperato, a salvare la poesia dal viale, a volte impolverato, della nostalgia per riconsegnarla alla vita nel suo momento più creativo. E’ una specificità della nostra terra che va preservata e consegnata al futuro”.Un momento decisamente fortunato per la poesia tuscanese.Ricordiamo infatti i recenti successi colti, seppur in ambiti diversi, da un’altra nostra valida collaboratrice, nonché autrice teatrale, Vincenza Fava (vedi pag. 7), e dalla sempre più sorprendente Annalisa Eutizi.Giancarlo Guerra