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Riceviamo e volentieri pubblichiamo Entrate nella galleria ed il silenzio che vi assale, che vi si impone, al di sopra di ogni possibilità di controllo, aumenta. Questa volta è un silenzio di piacere, rilassamento; è il silenzio del rispetto che si prova di fronte alla maestria dell’artigiano o del creatore. Tanto si materializza in questo momento alla galleria Iachini, dove, tra gli oggetti ed i mobili di antiquariato sono godibili le opere di Luigi De Rossi. Delle rappresentazioni forma di una pittura tutta ispirata al classicismo; opere che spaziano tra riproduzioni di opere famose, ai ritratti, ai paesaggi e scorci di Tuscania e del suo territorio. A proposito copie, o meglio di riproduzioni, in una precedente esposizione, sempre alla galleria Iachini, visitando la mostra avevo già scritto una nota sull’artista richiamando all’attenzione del visitatore l’uso di un’osservazione diversa da quella che si adotta guardando una copia d’autore. La riproduzione che De Rossi fa non nasce per copiare, ma con l’intento di studiare la tecnica rappresentativa, la luce, il colore e la matteria necessaria a crearlo. Ritengo ciò sufficiente per capire perché, quando ci si pone di fronte ad un’opera di De Rossi, la sensazione che si prova è quella dello stupore: le sue opere sono vive, hanno un’anima, hanno uno spirito; hanno la sua anima ed il suo spirito, il silenzio è la loro forza (fanciulla con turbante - Johannes Vermeer). È per questo che le sue opere non possono essere definite copie. Ora spostatevi di fronte ai panorami, agli scorci di questa Tuscania, tanto affascinante ed incantevole, ferma nel tempo e non curante di quello che accade fuori da se stessa. Di fronte a queste opere si prova un senso di metafisicità (via del Turco). I silenzi, i vuoti, sono tutti inquietanti. Ma l’inquietudine che vi avvolge è piacevole, è coinvolgente. Vi fa uscire dal mondo reale per portavi nella soavità di quello che vedete (da piazza del Comune). Nella mostra sono presenti anche tre ritratti; di questi, in uno in particolare, si riesce a cogliere più che mai la capacità di imprigionare l’espressività umana e farla vivere in ogni angolo del luogo dove è presente il dipinto (Ganassa). In Lamberto Fiorentini sei tu l’osservato, sei seguìto in ogni dove dallo sguardo e dall’espressione del raffigurato. In questi ritratti si sente la presenza della grazia di chi li ha fatti e dello spirito di chi è rappresentato. Ascoltando i commenti in galleria si afferma una divisione nel definire l’artista prevalentemente un ritrattista o più un paesaggista. Su una tale categorizzazione mi sento di dissentire fermamente. In tutto ciò una sola cosa è certa: la sua metafisicitità rappresentativa. Spostatevi davanti alla Vergine Annunziata (1473 - Antonello da Messina). Osservate (e non dite mai guardate) il dipinto nella sua parte bassa: il libro sfogliato ed il leggio. La forza di quest’opera è lì. Dove la personalità dell’artista si rappresenta e si materializza nella sua espressione metafisica. È lì che l’artista porta gli occhi del buon osservatore. Dove si concentra la spiritualità dell’artista; ciò è anche la dimostrazione che ciò che state osservando non è una copia. Parlando dell’aspetto tecnico delle opere, l’osservatore noterà subito la cura e la minuziosità dell’impegno preparatorio della tela e la cura nel trattare i colori. Nel pennellare la materia da cui si materializzano i volti, i drappi ed i muri (le donne malinconiche di John W. Godward). Nell’uso della materia e della preparazione della tela l’artista si muove verso una ricerca per riportare in vita antiche tecniche che hanno permesso a quelle meravigliose antiche opere di giungere fino a noi con tutta la loro possenza. Ed è proprio da questa ricerca che nasce quella dolcezza e soavità del colore, della materia, da cui si materializza l’inquietante metafisicità rappresentativa. Roberto Astolfi GALLERIA D’ARTE IACHINI Luigi De Rossi - Opere Dal 1° al 15 agosto 2008 Tuscania (VT)?Via Torre di Lavello, 14/18