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Gradita new entry nel novero degli scrittori tuscanesi con Alessandro Maurizi che nel luglio scorso ha presentato, nell’ambito della prestigiosa cornice di Caffeina a Viterbo, la sua prima fatica letteraria dal titolo L’ultima indagine, romanzo giallo di 425 pagine edito dalle edizioni Il Filo, per la collana Tracce, nuove voci. Nato a Tuscania nel 1965, Maurizi è sovrintendente della Polizia di Stato presso la Questura di Viterbo. Il suo libro d’esordio prende spunto dalla sua professione e dai risvolti umani, sociali e culturali che questa comporta. Trasferito in un commissariato della Capitale -si legge nella presentazione- Marco Alfieri, il protagonista, o meglio, uno dei protagonisti, assistente della Polizia di Stato, è accolto da una città affascinante, maestosa, contraddittoria. Alla Polizia il compito di far rispettare la legge e smascherare gli autori di gesti efferati. A Marco Alfieri l’onere di sbrogliare un “pasticciaccio brutto” che ancora grava sul suo cuore. L’ultima indagine è un giallo appassionante che scava nei segreti dei delitti irrisolti: guerra, terrorismo, gelosia. Ma anche un doppio gioco, sporco e pericoloso: il male non si annida in una bandiera o divisa ma è negli uomini stessi, e il più delle volte separarlo non è semplice e la verità ha spesso più facce. Grazie al suo punto di vista privilegiato, Alessandro Maurizi ricostruisce le indagini della sua storia secondo la prospettiva degli “sbirri” e mostra il volto umano di un’istituzione in un momento “caldo” per il nostro Paese, nel quale il tema della sicurezza è all’ordine del giorno. Romanzo ricco di suspence e dal ritmo agile, L’ultima indagine, del quale è già stato annunciato da parte dell’autore un intrigante seguito, ci fa riflettere sulla complessità della realtà e sull’impossibilità di separare nettamente il bene dal male. GG