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ANGELO FRIGO
Fino al 1902 le vie di Tuscania erano illuminate dai lampioni a petrolio che un addetto del Comune accendeva al tramonto e spegneva la mattina all’alba. Nelle case si faceva luce con le candele, con qualche lume a petrolio o con i lumini alimentati dall’olio di oliva. Ma poi arrivò la luce elettrica.
Passando per Tuscania un ingegnere delle Ferrovie dello Stato, Angelo Frigo, persona del Nord, alta, imponente, vero signore, notò che il fiume Marta, dove c’è ora la cartiera Fornai, aveva una forte pendenza. Intuì allora che con apposita canalizzazione si poteva formare una cascatella e così a destra del ponte costruì una casetta, vi impiantò un modesto generatore e produsse la corrente elettrica.
La prima luce arrivò a Tuscania e illuminò le strade con non più di venti lampioni; in seguito si poté avere la corrente anche nelle case: i più fortunati possedevano una lampadina di 50 Watt che con uno speciale commutatore si poteva spartire anche in altre stanze. La corrente arrivava nelle case al tramonto per essere poi tolta all’alba perché doveva essere utilizzata da qualche laboratorio che stava già sorgendo in città, come il molino di Lucchetti e Mencarani. Grazie così a questo ingegnere che si accasò a Tuscania, avendo sposato una donna di questa cittadina, il nostro paese fu uno dei primi dell’Italia ad avere la corrente elettrica.