La Fiera - Toscanella - Il blog dei tuscanesi

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La Fiera

Modi di vivere, tradizioni

LA FIERA

(le immagini sono indicative) Quanti Tuscanesi conoscono la storia della fiera di Tuscania? Pochi! Tanto più che oggi, per trovare un tuscanese autentico, che discenda dal ceppo ci vuole la lanterna di Diogene.

La prima notizia della fiera risale al 1420
Iniziava il primo di maggio e durava quindici giorni.
Nel 1582 Gregorio XIII riformò il calendario ed ordinò che il 6 di ottobre di quell'anno venisse considerato il 15 ottobre.

In tal modo la fiera veniva anticipata di dieci giorni e nel 1596 con bando per la prorogazione della fiera il Cardinale Gaetano, Camerlengo, la spostava al 10 maggio, perché "...molti anni accade che per essere la stagione fredda i pastori non han possuto al tempo della fiera tosar le pecore e per questo e perciò non possono portar le lane in detta fiera e goder la libertà e commodi di essa e per questo e per molti altri aspetti vien diminuito il concorso di detta fiera".

La vigilia (9 maggio) i frati Minori del Convento del Riposo andavano in processione alla chiesa dei Santi Martiri; cantavano l'Ave Maris Stella, poi si recavano alla Rosa dove venivano benedetti tre Palii che si disputavano l'11, il 12 e il 13 maggio. Il primo si correva lungo la strada dell'Olivo (la strada che conduceva a Tarquinia) il secondo al Riposo e il terzo nell'odierna piazza del Duomo.

La sera venivano spediti i gabellieri a Guadocinto, all'Olivo e alla Piastrella e al Ponte sul Marta per riscuotere le gabelle da coloro che conducevano gli animali alla fiera, e per paura che qualcuno entrasse di nascosto attraverso le campagne venivano mandate di pattuglia squadre di soldati all'Acquarella, a Pantalla, a San Giuliano e alla Carcarella.
La mattina del 10 maggio tutte le autorità si recavano in piazza del Comune per attendere il Governatore che veniva da Viterbo, che portava le nomine dei due Capitani della fiera. Questi avevano il compito di decidere tutte le cause e le liti che fossero accadute nei quindici giorni dal 10 al 25 maggio. Poi al suono delle campane e del campanone del Comune la fiera aveva inizio.

Quella che si svolge oggi è una pallidissima idea della grande fiera di un tempo.
Una folla immensa si riversava dal contado in quei giorni a Tuscania: brulicava nelle vie, bivaccava nelle piazze, vociava. gridava, urlava. Nelle piazze si allestivano anche bettole volanti, dove tra un bicchiere e l'altro si lanciava qualche insulto, partiva qualche schiaffo se non addirittura qualche coltellata.

Come si spiegherebbe in fatti la continua vigile presenza dei due Capitani della fiera? Nelle Lettere Patentali del Governatore di Viterbo si dice:"...eleggiamo e deputiamo per capitani di detta fiera i signori... colla facoltà di riconoscere e decidere tutte le cause tanto civili che criminali ad eccezione delle cause capitali...potendo però far venire a cattura, far dare corda, frusta, berlina secondo che occorrerà..."

E c'erano i soliti saltimbanchi, imbroglioni, truffatori, spacciatori di segreti. E c'erano senz'altro perché in una lettera della Sacra Congregazione si legge che "chi vuole esercitare giochi di qualunque specie o dispensare balsami e segreti deve pagare gabella ad arbitrio dei Capitani."

Una cosa c'è da mettere in risalto: era proibito agli zingari l'ingresso in città per tutto il tempo della fiera (...non possono i capitani dare licenza alli zingari per non tener mano alle frodi).

Nel pomeriggio del primo giorno (10 maggio) si correva il Palio dell'Olivo. Il Governatore di Viterbo, i Capitani, le autorità o partecipanti al palio stesso ed il popolo tutto si recavano presso al chiesa della Rosa; prendevano il palio benedetto e poi in processione tutti si avviavano verso l'Olivo dove iniziava la corsa.

Una volta - racconta il Giannotti - uno dei partecipanti al palio, naturalmente poco religioso, per paura che il suo cavallo inciampasse nella pietra posta davanti al sacello dei Santi Martiri sulla quale c'erano le orme delle ruote del carro che li aveva trasportati a Tuscania, la fece togliere tra l'indignazione di tutti.

Ma durante la corsa, proprio davanti al sacello, cavallo e cavaliere stramazzarono a terra e morirono.

Oggi la fiera s'è ridotta a ben poco. Colpa del tempo? del progresso? Chissà! forse anche dall'apatia dei tuscanesi..


 
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