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IL BAR DI PIAZZA S. MARCO
In Piazza San Marco, circondato da vasi di palme, con sopra una scritta rosso-
Luogo di ritrovo della Intellghentia locale, non è raro scorgervi, sul far della sera, quando cessa l'opera del salariato, Massimo D'Azeglio, Agostino Depretis, Giolitti, Eishnawer, Wilson, Fanfani i quali tra una scopetta e l'altra, tra un tresette e un ramino cercano, amichevolmente, di dare una buona rabberciata a questo povero mondo.
Quante volte, ricordo, il Consiglio dei Ministri era stato fatto prima qui che a Montecitorio; quante volte era stato indicato, con una precisione medianica, il nome dell'eligendo presidente della repubblica italiana; quante volte è stata chiusa e riaperta la crisi vietnamita!
Era matematicamente assodato che l'Italia avrebbe vinto e se è accaduto l'irreparabile è stato per causa di quegli impertinenti giochi del destino che gabbano anche i più scaltriti maghi del secolo.
La domenica, quando tutte le personalità sono schierate in pompa magna, come la foto ricordo dell'incontro di Yalta, dico le verità, se vado a prendere un gelato, sono preso da un religioso terrore.
Misera rotoletta di un ingranaggio immenso, oso con le cinquanta lire in mano, tanto costa un cono di gelato, profanare la biblica seduta di quel consesso di grandi
Eppure, bando alle sciocchezze, il bar di Fausto con tutti i suoi professori e i suoi maghi e i suoi sproloqui ci vuole.
E' come in quadro l'ultimo tocco di pennello che illumina e puntualizza un peculiare aspetto della nostra cara Tuscania