Le guittarie - Toscanella - Il blog dei tuscanesi

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Le guittarie

Modi di vivere, tradizioni

LE GUITTARIE
(Da Tuscania non c’è più! - Di Pericle Scriboni)

Quando nelle piane e nei colli degradanti verso il Tirreno la spiga di grano si faceva oro e la mietitura si approssimava, dai paesi limitrofi giungevano lavoratori a mettere a disposizione le proprie braccia.

Gruppi di gente poveramente vestita, con la falce avvolta in panni, perché non si rovinasse, con un piccolo sacco contenente misere cose, invadevano Tuscania. Seduti presso gli scalini della chiesa di San Giovanni o sdraiati sotto l’arco del Sor Imperio o presso Livietta, Fuori Porta, restavano in attesa che qualche possidente terriero li chiamasse al lavoro.

Una volta assunti dovevano raggiungere a piedi le varie fattorie delle tenute, che distavano a volte molti chilometri dal centro abitato. Li attendeva il caporale il quale dava loro sistemazione in capannoni o stalle unitamente alle donne e ai bambini. Questi locali, che videro la più umiliante promiscuità furono chiamate guittarie…

Quanti ancora ricorderanno le lunghe settimane trascorse nelle tenute? Con quale ansia attesero l’arrivo del porta spese per potersi cambiare qualche capo di biancheria!…Oggi la malaria è debellata. Ieri regnava sovrana negli acquitrini dei campi e a nulla giovava il chinino che veniva distribuito ai lavoratori. Quante volte si vide passare la lettiga trainata da cavalli accorrente sul posto di un incidente o a raccogliere un povero febbricitante?

Ci rallegriamo che la nostra gioventù non abbia conosciuto le guittarie, non senta più la milza ingrossata, non soffra il predominio di pochi, eppure sentiamo la necessità di rammentare ai nostri giovani le sofferenze dei padri.

 
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