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Anche per seguire meglio le sorti della guerra Martino V decise di lasciare Firenze e raggiunse Roma il 30 settembre 1420.
Giovanna ed Alfonso condussero al loro servizio Braccio, che ai primi di aprile 1421 lasciò Perugia dopo essersi fatto cedere da loro il Principato di Capua, mentre lasciò Perugia ben munita contro eventuali colpi di mano del Papa.
Le prime operazioni militari non furono favorevoli a Luigi III ed allo Sforza, per cui il Papa decise di mandare in loro soccorso il Tartaglia, che l'8 settembre era stato nominato ufficialmente "conte di Toscanella".
La contea, eretta non ad istanza del Tartaglia, ma spontaneamente dal Papa, era destinata in perpetuo a lui ed ai suoi discendenti ("Hodie…Civitatem Tuscanensem… auctoritate apostolica in "Comitatum" ereximus et "Comitatus" titulo decoravimus et statuentes…motu proprio, non ad tuam, vel alterius pro te nobis super hoc oblate peticionis instanciam, sed de nostra mera liberalitate, te tuosque filios natos et nascituros legitimos et naturales, ex tuo corpore discendentes et qui nascentur ab illis, "Comites" dicti "Comitatus", auctoritate prefata, tenore presentium, facimus, constituimus et eciam ordinamus, ac "Comites" dicti "Comitatus Civitatis Tuscanelle" existere volumus") comprendeva, oltre Tuscania, anche altri luoghi circostanti, cioè Canino, Sipicciano, Montalto Castellaraldo e Marta, Ponte dell'Abbadia, Piansano, Musignano, Castel Cardinale e Castel Gronda.