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Tartaglia e Braccio in campi opposti.
Gli eventi di più vasta portata precipitavano. Luigi II sperava di appropriarsi presto del Regno di Napoli, mentre il Papa pisano Giovanni XXIII (succeduto il 17 maggio 1410 ad Alessandro V) era ansioso di raggiungere a Roma per prendere possesso del trono di Pietro. I due lasciarono insieme Bologna alla volta di Roma, dove giunsero il 10 aprile 1411. Quando Luigi II chiamò a sé Braccio, Ladislao ordinò al Tartaglia di rientrare nel Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, alla difesa di Civitavecchia minacciata da Braccio (inizi maggio).
Il Tartaglia combatté così bene che Braccio dovette abbandonare l’assedio di Civitavecchia. Quindi il Tartaglia raggiunse Ladislao ai confini del Regno. E giacché abbiamo nominato il Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, avvertiamo il lettore che d'ora in avanti lo chiameremo, per brevità, semplicemente Patrimonio, ricordando che corrispondeva all'attuale provincia di Viterbo con i territori di Civitavecchia ed Orvieto.
A nord il Patrimonio confinava, verso il mare (la Maremma), con l'attuale provincia di Grosseto e, verso l'interno, con quella di Siena, ad est con la Sabina ed il ducato di Spoleto, a sud con Roma.